31 ottobre 2023

Ninfa Dormiente di I.Tuti [Recensione]

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.


Il ritratto sembrava uscito dalla carta. Aveva una pienezza, una tridimensionalità che sconvolgeva. Era il viso di una giovane donna , di una grazia talmente singolare che coglieva impreparati.[…]

Rossa e nera, come la passione.

Una nuova indagine per Teresa Battaglia e la sua squadra, una morte antica… chi era quella povera donna il cui sangue fu utilizzato come tempere per dare vita al quadro stesso?

Questo dipinto è la Ninfa Dormiente di Alessio Andrian

Ottimo, se il quadro è di Alessio Andrian, il caso è chiuso, di sicuro è stato lui l’assassino… ma se amate i thriller, se avete letto già la Tuti sapete che l’ovvio non è mai la risposta corretta in queste situazioni, come potrebbe aver ucciso lui la donna di cui ha dipinto il volto con tanta grazia e maestria da farlo apparire come qualcosa di reale e tangibile? Come si può accusare quell’uomo che da settant’anni e per sua volontà,  ormai vive come un vegetale? Quell’uomo che non si è mai ripreso dal giorno in cui un taglialegna e sua moglie lo trovarono in fin di vita, può davvero aver ucciso la donna che amava (perché è questo che fuoriesce dal quadro, amore puro) e aver utilizzato il suo sangue per completare l’opera?

Alessio Andrian non ha figli, non ha una moglie, l’unico parente è il nipote Raffaello, lo stesso ragazzo che dopo aver trovato il dipinto si era recato al museo per stimarlo, senza pensare di dar vita ad un teatro di morte.

Ricerche, ricordi, prove portano alla Val di Resia e ai suoi abitanti, persone poco loquaci che vivono ancora in tribù, che seguono una gerarchia matriarcale, in cui i momenti sono scanditi dalla natura e le malattie curate dalle sciamane.

Che strani i resiani, uomini che nel ventesimo secolo vivono ancora secondo i dettami della natura… luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato.

Tempus valet, volat, velat.

Il tempo vale, fugge, cela.

Il tempo nasconde sempre qualcosa . Un segreto, un ricordo, una promessa mai mantenuta, il dolore. Si stende sui pensieri e sui sentimenti, languido li ricopre della bruma amabile dell’oblio, mentre li divora senza nemmeno che il loro padrone se ne accorga.

Tra inconsapevolezze, selvaggi gesti, distrazioni e nuove scoperte si snoda la storia di questo macabro quadro, ancora una volta Teresa dovrà fare i conti non solo con assassini e ossessioni, ma anche con l’incedere della sua malattia che la lacera, la logora da dentro, un taccuino il suo unico appiglio, e se dovesse cadere nelle mani sbagliate? A chi appartengono quegli occhi che sembrano scrutarle l’anima, chi conosce il suo segreto?

Un libro in cui oltre a seguire le vicissitudini della Battaglia conosciamo di più Marini, la sua storia, le sue ombre, aspetti che donano un senso ad alcuni suoi atteggiamenti, Massimo, la spalla di Teresa, quel figlio che non ha mai avuto.

Che dire, ancora una volta l’autrice ha colto nel segno! 

Voglio lasciarvi con la frase finale del libro:

Madre d’ossa. Stai attenta.

Ma questa è un’altra storia…


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