19 novembre 2023

La ragazza di neve di J. Castillo [Recensione]

1998, New York, parata del Giorno del Ringraziamento: Kiera Templeton, tre anni, sparisce. Succede tutto in un attimo: il padre perde la presa calda e leggera della mano di sua figlia e improvvisamente non la vede più, inghiottita dalla folla che si spintona. Inutile chiamarla, chiedere aiuto e disperarsi. Dopo lunghe ricerche, vengono ritrovati solo i suoi vestiti e delle ciocche di capelli. 2003, cinque anni dopo, il giorno del compleanno di Kiera: i suoi genitori ricevono uno strano pacchetto. Dentro c'è una videocassetta che mostra una bambina che sembra proprio essere Kiera, mentre gioca con una casa delle bambole in una stanza dai colori vivaci. Dopo pochissimo lo schermo torna a sgranarsi in un pulviscolo di puntini bianchi e neri, una neve di incertezza, speranza e dolore insieme. Davanti al video c'è anche Miren Triggs, che all'epoca del rapimento era una studentessa di giornalismo e da allora si è dedicata anima e corpo a questo caso. È lei che conduce un'indagine parallela, più profonda e pericolosa, in cui la scomparsa di Kiera si intreccia con la sua storia personale in un enigmatico gioco di specchi che lascia i lettori senza fiato. Un thriller perfetto che ribalta le regole del genere.


E' il giorno della 71° parata di Macy's, ovunque ci si giri c'è gente che si diverte, così come fa la famiglia Templeton, come riuscire a dire no ad una bellissima bambina di tre anni che vuole un palloncino? be', del resto raggiungere Mary Poppins e farsene dare uno è solo uno dei tanti gesti che i gemitori presenti stanno compiendo, eppure nel momento stesso in cui Kiera si libera dalla stretta del padre per afferrare il palloncino, lo scoppio che accompagna una cascata di coriandoli rossi provoca un po' di confusione, seguita da spintoni e urla, e dalla scomparsa della piccola Kiera.

CHI HA VISTO KIERA TEMPLETON?

Questo il titolo del Manhattan Press l'uno Dicembre del 1998, perchè seppur le ricerche della piccola sono iniziate subito di lei non ci sarà traccia, solo i vestiti lasciati per strada e null'altro.

E' così che si sgretola la famiglia Templeton, è così che Grace non si risolleverà più dall'abisso nel quale è caduta perchè anche la sua unica ancora di salvezza fisica ma soprattutto emotivo/psichica è scomparsa quando la dottoressa, qualche giorno più tardi, informa i coniugi che il bambino che Grace portava in grembo non ha più battito, è da questo momento che non esisterà più una famiglia ma solo languidi ricordi di ciò che sarebbe stato e che non potrà essere mai più.

Col passare dei giorni anche la storia di Kiera va nel dimenticatoio, del resto quanti bambini scompaiono ogni anno nella maestosa città che non dorme mai? Eppure Miren non si vuole arrendere, non può arrendersi d'avanti a quegli occhi che implorano giustizia...

E' così che anno dopo anno inizia ad accumulare testi, stralci di giornali, dichiarazioni e tutto ciò che pensa possa esserle utile per ritrovare la piccola Kiera, ma gli anni passano e della bambina neanche l'ombra, fin quando non compare un VHS nella quale si vede la piccola che gioca con una casa d bambole... il caso si riapre, la notizia fa scalpore, ma ben presto anche questa verrà dimenticata... sono tre le cassette che in dodici anni vengono recapitate alla famiglia Templeton, forse per far sapere ai genitori che Kiera è ancora viva, forse per mera mitomania o forse per burlarsi di Grace e Aaron che continuano a sperare nel suo ritrovamento.

Il libro, capitolo dopo capitolo, effettua diversi salti temporalli, da quel giorno del 1998, al 2003, al 2010, ad accompagnarci sono Miren Triggs e il professor Schmoer, gli unici due che non si arrenderanno di fronte all'ultima cassetta che ritrae una camera vuota.

Questo libro ha avuto un grande successo eppure non m ha convinta abbastanza, è un po' dispersivo, ci racconta diverse storie, quella dei Templeton, quella del professore, quella di Miren e della sua famiglia, quella di Kiera... la storia non ha grandi colpi di scena, se non quello finale...

VUOI GIOCARE?
...era una fotografia Polaroid: al centro una ragazza bionda e imbavagliata.
Nel margine inferiore si poteva leggere: GINA PEBLES, 2002

Ecco, questo finale che ovviamente fa riferimento al secondo capitolo che vede protagonista Miren Triggs, mi ha incuriosito, forse così tanto da farmi leggere "Il gioco dell'anima", non so se consiglierei questo libro, di certo non lo regalerei a chi ama i thriller. 




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