Elizabeth Bowen
La casa di Parigi
«Leggendo, ho avuto la sensazione che il tuo mondo si imponesse sul mio. È quel che accade quando un romanzo ti prende per mano»
Virginia Woolf all’autrice
Esce giovedì 8 ottobre per Sonzogno nella collana Bittersweet diretta da Irene Bignardi (pp. 288, € 16.00; postfazione di Leonetta Bentivoglio; traduzione di Alessandra di Luzio) La casa di Parigi di Elizabeth Bowen.
Sinossi: Siamo a Parigi, in inverno, la Grande guerra è finita da poco, aleggia sulla città un’atmosfera cupa e vischiosa. Alla Gare du Nord scende Henrietta, undici anni, con in mano la sua scimmietta di pezza. Viene a prenderla la signorina Fisher, un’amica di famiglia che la ospiterà per una intera giornata in un elegante appartamento, in attesa di farla ripartire per il Sud della Francia. In quella casa borghese, dal confortevole odore di pulito, Henrietta si imbatte in una gradita sorpresa: c’è un suo coetaneo, il fragile Leopold, avviato verso un futuro incerto. Tra i due bambini, estremamente sensibili e inquieti, dopo l’iniziale diffidenza, si accende la curiosità: di ciascuno nei confronti dell’altro, e di entrambi verso il misterioso mondo degli adulti. I due fanciulli, grazie agli indizi disseminati attorno a loro, rivivono, tra immaginazione e realtà, le tormentate storie d’amore dei grandi, in particolare quella scandalosa tra la madre di Leopold e il suo padre naturale. Acclamato come un classico al momento della pubblicazione (1935), La casa di Parigi, oltre a mettere in scena una rovente passione sentimentale, è un acuto studio psicologico e un esercizio di finezza letteraria sulla prima irruzione del dolore, sulla scoperta del sesso e sulla perdita dell’innocenza.
Elizabeth Bowen (1899-1973), nata a Dublino, è una delle più grandi autrici irlandesi. Trascorse gran parte della sua vita a Londra, dove entrò a far parte del circolo Bloomsbury divenendo amica di Virginia Woolf. Autrice di numerosi romanzi di successo, La casa di Parigi è considerato il suo capolavoro. Per la prima volta in Italia, Sonzogno lo pubblica in versione integrale.
«Le ragazze sono attratte dagli eccessi, quali che siano. Senza esserne consapevoli, tendono alla sofferenza, e per soffrire devono esagerare: sono contente quando qualcuno va a toccare le loro corde più profonde. Dal momento che amano l’arte più della vita, hanno bisogno di uomini che facciano da attori. Solo un attore riesce a commuoverle, con il suo sorriso rivelatore, inusuale, avulso dalla quotidianità da cui tanto rifuggono. Le ragazze amano godersi l’amore come fosse un’alternanza di dubbi e sorprese. E hanno ragione»
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