29 aprile 2023

Le ricette perdute del ristorante Kamogawa di K. Hisashi

In un vicoletto di Kyoto, tra vecchi templi e piccole botteghe, c'è il ristorante Kamogawa. Un locale accogliente dove, con ricette uniche e preparate a regola d'arte, un padre e una figlia aiutano i clienti a rivivere i momenti piú importanti della loro vita. Un libro caldo, evocativo, a tratti nostalgico, che mescola tutto il fascino fiabesco e rincuorante del Giappone al piacere e alla sensualità del cibo. A Kyoto, alle spalle del tempio Higashi Hongan, al riparo dalle folate del monte Hiei, c'è un'osteria gestita da Kamogawa Nagare e dalla figlia Koishi. È qui che clienti abituali e avventori di passaggio approdano per chiedere ai proprietari, che hanno fama di investigatori di enigmi culinari, di rintracciare le loro ricette del cuore: cibi unici, stravaganti, legati a un periodo speciale della loro vita. Da un uomo vedovo che vuole riassaggiare gli udon che gli cucinava la moglie scomparsa, allo stufato di manzo che una vecchina ricorda di aver mangiato all'unico appuntamento, finito male, con il suo primo amore. Un omaggio nipponico all'importanza dei ricordi, delle tradizioni e, naturalmente, alla cucina.

Ultimamente, uscendo dalla mia confort zone sto apprezzando sempre di più questi romanzi ambientati nel lontano Giappone, amo immergermi nei colori dei ciliegi in fiore, nella generosità dei suoi abitanti e vivere le storie che gli autori ci propongono.

Quest'oggi vi parlo di un romanzo di poco più di 150 pagine, una lettura veloce e molto scorrevole capace però di allietarvi la giornata, ma prima di presentarvi il ristorante Kamogawa vorrei porvi una domanda: quale piatto collegate al ricordo di un caro/o, di un amore, di un'amicizia... Quale piatto ordinereste per rievocare il ricordo più prezioso che tenete nel cuore?

Strana domanda vero?! In effetti letta così lo potrebbe sembrare eppure vi assicuro che nel ristorante di Nagare e Koishi, rispettivamente padre e figlia, è questo che avviene; il ristorante è "nascosto" all'occhio di molti, vi si entra se è il destino a indicarvi la strada e questo perché nel ristorante Kamogawa non ci si reca solo per appagare il gusto ma, spesso e volentieri chi vi entra ha bisogno di appagare l'anima.

Il ristorante è molto particolare perché, dopo aver degustato le prelibatezze che Nagare e Koishi  propongono ai clienti questi potranno recarsi nell'ufficio di Koishi e, dopo aver compilato un questionario con i propri dati personali sarà Koishi a formulare le domande che permetteranno al padre di riprodurre la pietanza scelta. In queste pagine incontreremo l'ex collega di Nagare che vuole nuovamente gustare gli udon della defunta moglie, una donna che ha bisogno di gustare lo stufato di carne appena assaggiato durante l'incontro in cui riceverà la proposta di matrimonio, il primo ministro sotto falso nome che sente la necessità di sentire di nuovo il sapore del curry allo sgombro e ancora Asuka e i suoi spaghetti alla Napolitan in ricordo del nonno ed infine, ma non per ordine di importanza, conosceremo Hiroshi, un ragazzo che vuole  assaggiare per un'ultima volta lo squisito brodo di carne che gli preparava la sua defunta mamma.

Ciascuno di loro ci racconta la propria storia, le proprie paure, insicurezze. L'autore affida a noi lettori uno spaccato di vita di ciascun protagonista e ci fa riflettere su come il senso del gusto, dell'olfatto, la cucina in sé possa rievocare in noi tante emozioni.

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