30 marzo 2016

Il colore dei papaveri di Manuela Mellini (Recensione)

Ciao a tutti e buon mercoledì, come state? io alla grande, il sole splende e per questo ho terminato questo romanzo sul balcone di casa riscaldata dal calore del sole primaverile...

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Il colore dei papaveri
Manuela Mellini

Elisa è nata e ha vissuto tutti i suoi ventisette anni a Castelfreddo, in provincia di Ravenna: si è sempre sentita a suo agio in quel paesino romagnolo di appena diecimila anime, con le sue poche stranezze e le sue molte certezze. Non ama le sorprese né tanto meno le novità: preferisce starsene tranquilla nel tran tran quotidiano che si è costruita su misura, fra i libri della biblioteca in cui lavora, la madre che sembra non accorgersi di lei, le chiacchiere con l’amica di sempre e un amore talmente improbabile che le permette di non mettersi in gioco.
Ma basta un attimo di distrazione ed ecco che la vita fa irruzione, fragorosa e pulsante, nella gabbia in cui da tempo si è rinchiusa. Grazie a un finto fantasma, un sindaco ambizioso e un nonno che non ha ancora rinunciato al vero amore, Elisa riesce a trovare la forza per uscire allo scoperto e affrontare le sue paure. Non ha idea di cosa le riserverà il futuro ma ha tutte le intenzioni di viverlo fino in fondo, perché ora ha capito che, comunque vada, ne vale la pena.

Elisa, una giovane ventisettenne che trascorre la quasi totalità delle sue giornate nella biblioteca in cui lavora, nel piccolo paesino di Castelfreddo, dove la nebbia funge da cornice per circa 8 mesi all'anno, ma questo ad Elisa fa un sacco piacere, lei, la ragazza "invisibile", quella che preferisce stare dietro le quinte, che non ama i complimenti e che pensa che nessuna cosa positiva le possa accadere.

"Adoro la nebbia perchè è la manifestazione più evidente che la realtà non esiste, o almeno che non ne esiste una sola. E' come una tavolozza grigia sulla quale puoi dipingere quello che vuoi oppure puoi lasciarla così, intonsa, e goderti il nulla. [...] Tutto per me è troppo; per stare davvero bene avrei bisogno di molto, molto meno."


Elisa però non è sempre stata così, studiava a Bologna, amava la vita, amava giocare, divertirsi, amava sentirsi viva... fin quando una telefonata della madre, non le annuncia che il padre ha avuto un incidente e, quando arriva in ospedale, il duro silenzio della madre le fa capire che lei un padre non ce l'avrebbe mai più avuto, se non custodito nel suo cuore.

"Da allora la realtà si è fatta da parte e ha lasciato posto all'assenza. E' come se il tempo si fosse fermato e io fossi rimasta incastrata, un criceto che gira sulla ruota convinto di andare chissà dove e invece rimane sempre lì. Solo poi ci si affeziona, alla ruota. Si ha paura di scendere e scoprire che, con quegli stessi passi, si potrebbe forse raggiungere n altro luogo, vero o immaginario che sia. Molto meglio girare in tondo, allora. Rivivere lo stesso pensiero, le stesse sensazioni. [...] Ma fin quando giro sulla ruota non mi può succedere niente di male. I fantasmi si zittiscono, si mettono in un angolo, stanno buoni.[...] Se metto un piede giù e provo a camminare, invece, mi arrivano tutti addosso."


Da quel giorno la vita di Elisa cambiò, rimasero solo lei e la madre, psicologa, sempre impegnata con il suo lavoro, poco tempo da dedicare alla figlia, tanto che decisero di dividere l'appartamento in due, ad ognuna un piano ed un'entrata indipendente, in modo tale da non disturbare e non essere disturbate, ci si vedeva due volte a settimana a cena, e le conversazioni si limitavano a brevi scambi di battute circa il tempo o il programma TV che stavano guardando, insomma futili conversazioni per colmare, per quanto possibile, i prolungati silenzi. L'occasione di una bella conversazione si presenta presto, Elisa comunica alla mamma che il sindaco vuole farla diventare Assessore alla cultura, ma anche su questo argomento la mamma ha da ridire, è qui che Elisa compie il primo gesto di ribellione e, pur di andare contro il parere della mamma accetta la proposta del sindaco.

A questo punto i giorni non sono altro che un concentrato di lavoro, che le permettono di stare fuori casa la maggior parte del tempo, ma non le consentono di trascorrere tanto tempo con l'amica Paola, ma sono un'ottima scusa da rifilare a Fede, il ragazzo che ama alla follia, ma dal quale non si fa vedere nè sentire dalla sera in cui si sono baciati e forse fatto anche qualcosa in più, peccato che Elisa non lo ricordi causa abbondanza di alcool in circolo. 

Come Assessore alla cultura il Sindaco le dà da svolgere un arduo compito, contattare Gianni Tassi un cantante, il cui esordio avvenne proprio a Castelfreddo e, vista la notorietà che questo paesino aveva raggiunto da quando  la storia di un fantomatico fantasma che gironzolava per le camere del Castello Freddi era apparsa sulla famosissima guida Lonely Planet; storia che la stessa Elisa aveva creato, quando qualche anno prima aveva raccontato questo aneddoto (che lei stessa aveva inventato di sana pianta) ad un giornalista che si era recato in visita al paese, il Sindaco aveva pensato bene di invitare questa Star alla Sagra di inaugurazione del Castello ristrutturato e reso accessibile a tutti per matrimoni e feste varie. 

Riuscirà Elisa ad accontentare i vecchietti del paese? 

Il colore dei papaveri, non è un romanzo lunghissimo , conta solo 198 pagine, in cui però vengono trattati temi molto interessanti, si inizia infatti a conoscere il dolore, l'assenza, la rassegnazione, di questa giovane ragazza che perde il padre. La solitudine, non è semplice vivere assieme ad una madre chiusa in sè stessa e dipendente solo dal suo lavoro. La di ribellione, nell'accettare quella mansione che la mamma le sconsiglia di intraprendere.... La voglia di riscattarsi da una vita che le ha strappato tutto. 

E' meraviglioso capire, andando avanti nella lettura, il filo che lega titolo e romanzo: 

IL COLORE DEI PAPAVERI

Perchè i papaveri una volta fioriti sono tutti rossi, ma quando sono ancora chiusi hanno un'infinità di sfumature che uno neanche se le immagina: un po' come le persone, come le cose, come tutto.

Ecco, in questo romanzo si racconta come il bocciolo, la vita di Elisa, cresce, fino a decidere qual è il colore che predominerà su tutte le sfaccettature della gioventù.

Un romanzo interessante, intenso per alcuni versi, proprio per questo motivo i dialoghi e la scrittura mi sembrano troppo semplici a volte, quasi da far perdere punti a quello che nel complesso è un buono scritto.






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