19 novembre 2022

La casa senza ricordi di D. Carrisi [Review]

Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa. Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.

Ciao a tutti amici,questa mattina vi parlo di un'opera il cui autore riesce sempre a tenermi incollata alle pagine, e non vi nego che riesce anche a farmi guardare intorno mentre con tutta me stessa mi immergo nella lettura.

La casa senza ricordi è il secondo capitolo della trilogia che vede come protagonista lo psicologo Pietro Gerber, l'addormentatore di bambini, chiamato così perché, per alcuni casi diciamo più complicati, utilizza la pratica dell'ipnosi, pratica appresa dal Signor B., il padre.

In questo nuovo libro Pietro Gerber si ritrova tutte le sere a rientrare a casa come se nulla fosse, come se la sua vita famigliare non fosse andata a rotoli dopo Hanna Hall, eppure lui continua a comprare i tulipani gialli per la moglie, rientrare col sorriso in casa, per poi svegliarsi dal torpore dell'autoipnosi alla quale lui stesso si induce ogni mattina per affrontare la giornata, e scoprire che in casa c'è solo lui ed una patetica videocassetta con la quale rivivere i giorni felici.

È in una delle sue tante e tristi sere che Pietro riceve la chiamata della Baldi per uno strano caso che sembra possa esserne solo lui il risolutore.

È stato ritrovato a distanza di ben otto mesi Nikolin, un dodicenne albanese dispersosi a febbraio assieme alla mamma, in stato di shock, uno shock tale da non permettergli neppure di sbattere le palpebre.

C'è un posto dentro di noi, remoto e sconosciuto. Gli ipnotisti lo chiamano "la stanza perduta". Nessuno sa esattamente dove si trovi e come ci si arrivi. È una specie di ripostiglio dove negli anni accantoniamo tutto ciò che non ci piace di noi stessi e le scorie del nostro inconscio. [...]
La stanza perduta è un luogo senza uscita. E lui è solo.


Gerber si troverà a dover affrontare una storia ai limiti dell'immaginabile, una storia che lo turberà e lo vedrà protagonista in prima persona perché dietro agli occhi senza lucidità del piccolo Niko c'è un affabulatore che ha voglia di raccontare la sua verità. 

Un libro che, come accade a chi ama i thriller psicologici, soprattutto se scritti da una penna sopraffina come quella del nostro connazionale, si divora, ma soprattutto ci si sta attento a tutti quelli che possono sembrare indizi per arrivare a chi sta dietro a questo gioco perverso, anche io sono caduta nella sua trappola, pensando a circa metà del libro di avere in mano il nome dell'affabulatore, certezza smontatami pagina dopo pagina, per poi arrivare alla fine e rimanere a bocca aperta per d'avanti alla scoperta della verità, celata ancora agli occhi del povero Pietro.

Un libro che dovete leggere se amate il mistero, il thriller, la psicologia, i colpi di scena... Un libro per cui vale la pena passare anche attimi di paura! 
Ovviamente non è un Horror ma, trattandosi di Carrisi, chi lo ha già letto, sa che riesce a fare venire la pelle d'oca con i suoi romanzi ed ancora una volta ha rispettato le mie alte aspettative.



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