30 gennaio 2021

A volte ritorno di J. Niven - Recensione

Ciao a tutti, oggi vi parlo di un libro di cui ho spesso guardato la copertina ma non ho mai deciso di leggere, eppure grazie ad una delle tante challenge librose che seguo, mi sono ritrovata a leggerlo. Di seguito la trama e poi il mio pensiero... sono curiosa di sapere se anche voi lo avete letto, cosa ne pensate e se dopo aver letto la mia recensione vi è venuta voglia di leggerlo.Vi aspetto nei commenti.

Dopo una settimana di vacanza che sarebbero cinque secoli di tempo terrestre, Dio torna in ufficio, ancora col cappello di paglia e la camicia a quadri. Era andato in vacanza, a pescare, in pieno Rinascimento, quando i terrestri scoprivano un continente alla settimana, e sembrava andasse tutto a gonfie vele. Al suo ritorno però, il quadro che gli fanno i suoi ha del catastrofico: il pianeta ridotto a un immondezzaio, genocidi come se piovesse, preti che molestano i bambini...

Dio non è solo ultradepresso. Anche molto incazzato. L'unica soluzione, pensa, è rispedire sulla Terra quello strafatto di suo figlio.

La fede si sa, è un dogma, o ci credi o non ci credi, ma pensate ad un Gesù Cristo che viene sulla terra ai giorni nostri, ad un Dio che dopo essere tornato da una breve vacanza, lunga solo una settimana per lui ma che conta ben quattro secoli per noi, si ritrova d'avanti al XXI secolo, il secolo in cui la maggior parte dei sani principi che lui stesso ha cercato di tramandare a noi uomini sono andati a farsi friggere, un secolo in cui l'uomo vive nell'egoismo puro, in cui si fanno guerre in suo nome, in cui ci si uccide solo perchè un altro essere umano non ha il nostro stesso colore di pelle, parla un'altra lingua o ha un pensiero differente dal nostro, un mondo totalmente diverso da quello che Dio si sarebbe aspettato di trovare. Del resto Lui aveva dato un ottimo consiglio: FATE I BRAVI. Ma le cose non sembrano essere andate per il verso giusto.

Quand'è che le cose hanno cominciato ad andare a puttane? Colpa di Mosè, forse. Quel falsario. Uno dei primi a cedere al protagonismo. Quando era arrivato in cima al Sinai e aveva messo gli occhi su quell'unica tavola perfettamente cesellata - le parole «FATE I BRAVI» incise nell'elegante corsivo inglese di Dio - aveva dato fuori di matto. Tutto quel can can e lui doveva, cosa?, scendere e dire: «Ehi ragazzi, fate i bravi! Be', non c'è altro. In bocca al lupo per tutto»? Col cazzo. E cosí quel figlio di mignotta si era messo sotto con lo scalpello. Quaranta sudati giorni di lavoro su quella sequela di minchiate. Quella stronzata del «Non desiderare la donna d'altri»? Tipico di Mosè. (Quante pedate nel culo s'era beccato quand'era arrivato qui? Dio gli aveva assestato la prima appena quel coglione aveva varcato la soglia, e aveva smesso solo nei Secoli Bui: almeno un centinaio d'anni. Alla fine ci aveva le chiappe che sembravano due barbabietole bollite). Poi di male in peggio. L'interpretazione. La fiera del «Io-credo-di-sapere-cosa-voleva-dire- Dio». Sbadabum: un millennio dopo qualche sciroccato taglia la gola ai neonati e se li getta alle spalle perché crede di avere Dio dalla sua parte. Cosa cazzo c'era da interpretare in «FATE I BRAVI»?
La stessa, identica domanda che Dio aveva ripetuto per secoli, mentre prendeva a pedate Mosè.
In ogni caso, ormai la frittata è fatta, pensa Dio con un sospiro, mentre si rende conto della piega che stanno prendendo i Suoi pensieri. Qualcuno avrebbe dovuto rispiegare al genere umano cosa significa «FATE I BRAVI».

Come fare a mettere un po' di ordine in questo totale caos? Semplice, Dio decide di spedire sulla terra suo figlio Gesù Cristo, un ragazzo che deve abbandonare il Paradiso, le fumate con Jim, la tranquillità di quel posto  per raggiungere la Terra, un luogo in cui neppure l'erba ha lo stesso sapore...

- Sei sicuro sia una buona idea? - gli chiede Gesú. - Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta? - Ma Dio è irremovibile. Cosí Gesú Cristo piomba a New York, tra sballoni e drop out di ogni tipo. E cerca, come può, di dare una mano agli sfigati della terra. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.

E così Gesù arriva a New York, un posto in cui le persone da aiutare, senza un tetto sulla testa che a volte non fa neanche un pasto - sempre che così si possa chiamare - al giorno, sono davvero tante, Egli fa quel che può, le aiuta a rubare il cibo nelle spazzature dei ristoranti e dei supermercati, racimola qualche soldo suonando e cantando per le strade per poter pagare l'affitto di una casetta che occupano più persone, insomma "tira a campare", ma proprio quando sembra che tutto gli remi contro ecco che i suoi amici lo convincono a partecipare ad un programma televisivo in cerca di nuovi talenti canori, il luogo da raggiungere è Los Angeles, un po' distante ma grazie al pulmino preso da uno della sua compagnia, ovviamente gli amici non lo lasciano andare da solo, quando si ripresenterebbe un'occasione del genere?!   dopo varie peripezie e dopo aver caricato altre persone bisognose, Gesù e i suoi amici raggiungono la bellissima Los Angeles, partecipa alle selezioni e...

Beh, semplice dirvi se Gesù passa la selezione o addirittura se riesce a vincere il programma televisivo, questo spetta a voi scoprirlo leggendo questo libro che a me è piaciuto per metà, non ho apprezzato le tantissime parolacce che si leggono e che spesso escono proprio dalla bocca di Dio e di Gesù, ma la storia di fondo è proprio carina, del resto Gesù fa il lavoro per il quale è stato mandato sulla Terra, cerca di mettere sulla retta via i più, dà da mangiare agli affamati e da bere agli assetati.. ma soprattutto cerca di donare consigli su come vivere seguendo la parole del Padre.

Un libro ironico che consiglio a chiunque voglia vedere la Fede da un punto di vista differente da quello al quale siamo abituati, non lo consiglio ai più piccoli che ancora non sono ben formati sotto il punta di vista religioso, potrebbero voler emulare alcuni comportamenti di questo Gesù e magari dare anche la colpa a Lui per i propri gesti :)



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