1 febbraio 2016

Anatomia di un cuore innamorato di Sara Mengo (Recensione)

Buongiorno e buon lunedì, iniziamo questo mese di Febbraio con un titolo da poco uscito nelle librerie e in tutti gli store on line...

Anatomia di un cuore innamorato
di Sara Mengo

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Celeste ha ventisette anni e studia medicina. Peccato che tra lei e la laurea si frappongano ostacoli di non poco conto. Primo fra tutti il desiderio di innamorarsi. Sogna l’uomo perfetto e la storia capace di toglierle il fiato, ma è fatalmente vittima di innamoramenti improvvisi e passeggeri, spesso decisamente fuori luogo.
Un giorno il suo ideale di uomo sembra prendere le sembianze di Giorgio Ferranti: medico trentacinquenne, ora gentiluomo d’altri tempi, ora seduttore incallito, ora completamente indifferente ai sentimenti altrui; certamente affetto da una curiosa forma di bipolarismo.
La storia d’amore con Giorgio, la malsana infatuazione per la carismatica voce del docente di cardiologia, il primario cinquantenne Fabio Zaffiri, e l’amicizia con quattro compagni di studi, apparentemente “indegni di praticare la professione medica”, condurranno Celeste nel vivo di una brillante commedia romantica, tra lezioni, insolite ubriacature, fughe a Parigi, confondenti autopsie e ferree gerarchie cui sembra inutile anche solo pensare di ribellarsi.
Un’altalena costante tra cuore e ragione, fino ad arrivare al lieto fine (anche se, come sempre accade, tutto diverso da quello che si aspettava).


"Tu credi che ci si possa innamorare di una voce?"
"Di una voce? intendi innamorarsi di un cantante?"
"No, intendo di una voce. Amare il suono delle parole che escono da quella bocca. Amare i silenzi tra le parole che dice. Amare i respiri... i sospiri."

Celeste, una ragazza che frequenta l'università di Trieste e studia Medicina e Chirurgia, sognando di diventare un'eccellente anatomopatologo.

La vita universitaria si sa, è meravigliosa se condivisa e per Celeste è proprio così, la stessa infatti condivide non solo l'appartamento, ma l'intera vita con quattro adorabili ed eterogenei amici, c'è il "secchione", la svampita, l'amico simpatico e l'amica del cuore, quella alla quale si confida tutto, anche le cose più assurde che ci possono capitare, anche se a volte si ha bisogno di tempo per esternare determinati pensieri.

L'amica di Celeste che incarna tutte queste caratteristiche è Giulia, ed è a lei che per prima confida di non poter fare a meno di ascoltare una voce, ma non una voce qualunque, la voce del professore di Cardiologia, il primario Fabio Zaffiri, cinquantenne il cui fascino inibisce i sensi di Celeste, a punto tale che quest'ultima non riesce a seguire neppure le lezioni o meglio, non riesce a dare un senso a quel suono dolce e sensuale che esce dalle labbra di Zaffiri, tanta è l'attrazione che prova per il suo Prof., ma si sa, l'amore e strano, e Celeste si trova tra due fuochi, da un lato il fascinoso Zaffiri, dall'altro lo specializzando Guido con il quale si trova a dover collaborare per la stesura della tesi.

Celeste, una ragazza semplice, quasi ingenua, si trova a dover fare i conti con le proprie emozioni, inizia a provare strani sentimenti, sensazioni mai provate... ed è proprio tra baci rubati e pensieri nascosti che si delinea il romanzo di Sara Mengo, una lettura ironica, leggera, per chi vuole rilassarsi e fantasticare sull'amore con il sorriso sulle labbra.

La storia scorre veloce ed in modo molto fluente, si percepisce dall'accurata descrizione dell'ambiente ospedaliero che l'autrice stessa realmente frequenta l'università di Medicina e Chirurgia a Trieste, scenari così reali da sembrare in una puntata della fiction Grey's Anatomy.

Prima di valutare questa lettura vorrei riproporvi due stralci iniziali molto profondi e veri:


"Tutti dicono che il cervello sia l'organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni."
RITA LEVI MONTALCINI


PROLOGO
Quando m’innamorai di lui era già troppo tardi per tornare indietro. Avete presente quegli amori folli?
Quelli in cui ci si sente in balia della confusione fin dal primo istante? Quelli che logorano nel profondo e non lasciano dormire la notte, quelli che portano a fantasticare di giorno e costringono a strafogarsi di Nutella per superare lo psico-trauma dell’incertezza di cosa provi l’altro? 
Ecco, io m’innamorai in quel modo di un uomo che non sapevo se potesse essere mio; eppure decisi ugualmente di lasciarmi cullare dall’eterna speranza che, un giorno, lui mi sarebbe appartenuto. Decisi testardamente di amarlo, che ci fosse o meno la possibilità di un lieto fine.


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