Quest'oggi il blog è lieto di ospitare un'autrice internazionale sto parlando di Clara Sanchez e del suo nuovo libro: L'estate dell'innocenza.
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Ricordi quando eri bambino?
Ricordi quando tutto era possibile?
Finché, in un’estate, ogni cosa è cambiata.
C’è un’età della vita in cui sono gli altri a scegliere, perché noi non siamo ancora in grado di farlo da soli. È la magia dell’essere bambini, il segreto che si nasconde dietro l’innocenza di quegli anni. Così è per Beatrice durante le vacanze estive dei suoi dieci anni, in compagnia del mare della Costa Brava che brilla di mille puntini all’orizzonte e della sua famiglia un po’ fuori dagli schemi: donne tenaci, indipendenti e a volte nevrotiche, che non si sono mai rassegnate al ruolo di mogli e madri. Sua mamma non ha peli sulla lingua ed è in cerca di protezione, più che offrirne. Olga, la zia preferita, colta e sofisticata, è come avvolta in un’aura di luce e la trascina in un mondo fatto di abiti di seta e balli. In loro Beatrice vede la donna che vuole diventare. In loro intravede, senza capirlo appieno, l’equilibrio sottile delle relazioni con gli uomini, fatto di amore e, talvolta, dolore. E mentre suo padre sembra non interessarsi di nulla, ridotto a pura presenza fisica, lo zio Albert le chiede il vero motivo per cui da grande vorrebbe fare la scrittrice, ed è l’unico a dirle che la vita non è come appare: né migliore né peggiore, ma diversa. Beatrice è solo una bambina ma, in quell’estate, qualcosa comincia a cambiare. Una crepa scheggia la sua innocenza portandola lontano dall’infanzia. Il ricordo delle onde e della sabbia sui piedi resterà per sempre nel suo cuore, insieme al sapore di un’età in cui tutto è possibile, ma al contempo si fa strada in lei la consapevolezza che crescere vuol dire cambiare mille volte corpo, voce e volto.
L’estate dell’innocenza è una perla che Clara Sánchez regala ai suoi lettori. Dall’autrice bestseller in Italia che in patria ha vinto i tre più importanti premi letterari, un libro poetico, delicato e vero allo stesso tempo. Un affresco romanzato della vita che ha fatto di lei una scrittrice amata e apprezzata in tutto il mondo. Tutti siamo stati bambini. Tutti siamo stati innocenti. Tutti ricordiamo l’attimo in cui ci siamo spinti un passo più in là: un passo verso il futuro, qualunque cosa potesse significare.
"Il mio passato non è continuo, è fatto di pezzi: in uno sono nella casa di La Cruz. In un altro sono al consolato. In vari frammenti c'è il mare in posti differenti, alcune volte è estate e facciamo il bagno, io sono molto magra sulla spiaggia e ho quasi sempre freddo, cerco il sole; anche mia sorella è molto magra, mio fratello meno. Loro due vanno da una parte all'altra con un secchiello e una paletta in mano. Altre volte è inverno e anche al centro della città ho i capelli crespi per l'umidità. In alcuni frammenti i miei fratelli sono molto piccoli e in altri sono cresciuti abbastanza da poter chiacchierare tra noi."
Ho deciso di estrapolare questo estratto perchè è come se racchiudesse la parte scritta del libro, le parole che, nero su bianco, utilizza Beatrice per raccontarci la sua vita costituita da continui traslochi, a causa del lavoro di suo padre, ma anche le parole che la stessa utilizza per presentarci i vari protagonisti, prima fra tutti la madre, che descrive come una donna stanca e sempre triste; il padre, quell'uomo, come tutti i padri, che non si conoscerà mai, e poi c'è lei zia Olga, la donna che lei ama, quasi idolatra, una donna che ama vestirsi bene, divertirsi, quella donna che vorrebbe fosse la mamma e quella donna che vorrebbe diventare lei stessa...
Beatrice poi introduce piano piano altre due persone, Ahmet Kemal, console generale di Turchia a Barcellona, di cui è innamorata persa zia Olga, lui un uomo sempre vestito in modo impeccabile, un uomo ricco e che potrebbe far arricchire anche la sua famiglia, visto che Ahmet vorrebbe che il padre di Beatrice lavorasse per lui, però una brutta malattia lo porta via prima che questo sogno potesse avverarsi; questa perdita ha buttato Olga nel baratro, si sentiva sola, persa senza il suo amato, ma tempo dopo questo vuoto viene colmato da Albert, un "uomo d'affari" col quale, assieme ad un altro socio apriranno un'agenzia immobiliare, è proprio Albert, durante una giornata di sole, mentre pescava in compagnia della nipotina, a parlare con Beatrice come se d'avanti avesse una donna matura e non una bimba di dieci anni.
Dieci anni, l'età in cui si sogna di diventare astronauta, modelle, premi nobel ecc... l'età in cui invece Beatrice all'affermazione che lei da grande avrebbe fatto la scrittrice, riceve una risposta che la lascia basita, con l'amaro in bocca, quella risposta che segna la fine dell'infanzia e che le apre le porte della maturità, troppo presto, anche se Beatrice non ha mai vissuto a pieno la sua infanzia, troppo presa dall'aurea si tristezza che circondava la madre, presa così tanto che non appena provava un po' di felicità si sentiva in colpa.
"La vita non è quello che sembra. non è nè migliore nè peggiore di ciò che immaginiamo, ma è sempre diversa." [...]
Sembrava che alla fine tutti arrivassero alla conclusione che la vita era una cosa piuttosto seria e volevano che io lo sapessi.
Un libro in cui la Sanchez, attraverso la storia di Beatrice, narrata con un lessico e una scrittura fluida e semplice, affronta tanti temi, dalla famiglia all'amore e alle sue sfaccettature, l'amore finto, l'amore passionale, l'amore come abitudine, l'amore come una prigione; ma affronta anche il tema della morte, quello della rinascita, dell'abbandono, insomma un libro completo, da leggere.
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