Nell'attesa dell'uscita del prequel di Hunger Games:
Il blog è felice di parlarvi (assieme ad altri blog - troverete la lista in calce -) dell'ultimo capitolo della saga, capitolo in cui ho anche compreso il titolo del prequel:
Veleno. L'arma perfetta per un serpente.
Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno. Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.
Katniss
Everdeen, la ragazza di fuoco. Lei ha acceso una scintilla che, se lasciata
incustodita, può crescere e trasformarsi in un incendio che distruggerà Panem
E’ questo ciò che è diventata
Katniss dopo gli ultimi Hunger Games, un fuoco da domare, o addirittura da
spegnere, una minaccia per l’equilibrio ormai precario di Panem, tutti i
Distretti sono in subbuglio, tutti i Distretti hanno avuto perdite esorbitanti,
il Distretto 12 non esiste più, ma Katniss si risveglia nel Distretto 13,
quello che si è sempre voluto far credere non esistesse e che invece si era
solo sviluppato sotto terra e che è sotto la guida di Alma Coin.
La stessa Presidentessa chiederà
a Katniss di dar vita a quello di cui i Distretti hanno bisogno, a quello in
cui i Distretti credono, la Ghiandaia Imitatrice, ma è chiederle troppo, fin
quando la stessa Katniss non vedrà con i suoi occhi ciò che è stato fatto al
suo Distretto, non esistono più le strade, ormai cosparse di ossa e cenere, non
esistono più case, solo cumuli di macerie fumanti, la sua vecchia casa, anche
lì il silenio assordante la avvolge…
Una
pennellata di bianco spunta da un vaso di fiori secchi che sta sul mio tavolo
della toeletta.
Lì
scorgo una rosa bianca fresca. Perfetta. Fino all’ultima spina e petalo setoso.
E so subito chi me l’ha mandata. Il Presidente Snow.
Poche cose quelle che porta con
sé nella sua nuova dimora, la giacca da caccia del padre, il quaderno delle
erbe, diligentemente disegnato da Peeta, ora prigioniero a Capitol City, il
paracadute con la spillatrice che Haymitch le inviò durante gli Hunger Games e
la perla che Peeta trovò nel mare, fulcro dell’arena degli ultimi Hunger Games,
solo questo ciò che la legava ancora a quella vecchia vita, la stessa vita che
avrebbe preferito continuare a fare senza essere catapultata in quel maledetto
mondo, e poi i vecchio Ranuncolo, sopravvissuto non si sa come ai
bombardamenti.
Il fuoco
sta divampando!
Se noi
bruciamo, voi bruciate con noi!
E’ così che inizia la Ghiandaia
Imitatrice il suo percorso verso la sua libertà e la libertà delle persone che
ama, obiettivo principale: Salvare Peeta.
Se proclamiamo la nostra
libertà, Capitol City crolla. Presidente Snow, grazie a lei oggi ho proclamato
ufficialmente la mia.
Ma come permettere alla squadra
di poter salvare i prigionieri? Semplice Beete, salvato anche egli dall’arena
assieme a Katniss e Finnick, ha trovato il modo di bypassare i programmi del
Presidente, e quale miglior modo di attrarre la sua attenzione se non parlando di
lui e dei suoi segreti?
E
adesso veniamo al nostro buon presidente Coriolanus Snow – dice Finnick –
Così giovane, quando salì al potere. E tanto
in gamba da conservarselo. La domanda che dovete porvi è: come ha fatto? Una sola
parola. Che è tutto quello che vi serve, in realtà. Veleno.
Dicono
che sia per questo che porta rose impregnate di profumo. Dicono sia per coprire
l’odore del sangue proveniente dalle piaghe incurabili che ha in bocca. Dicono,
dicono, dicono… che Snow abbia una lista e che nessuno sappia chi sarà il
prossimo.
E così Peeta fa ritorno a casa, o
meglio al Distretto 13… ma dov’è quel ragazzo che avrebbe perso la sua vita per
salvare quella di Katniss? Ora è lui l’arma, un’arma perfetta creata da Capitol
City contro la Ghiandaia imitatrice, eppure questo non fermerà Katniss, lei
vuole Snow morto ed è disposta a tutto pur di ucciderlo.
Ma se il vero nemico non fosse
Snow? Se ora qualcun altro è pronta ad immolarla per la propria causa? Se la
Ghiandaia Imitatrice non serve più come combattente ma come martire?
Realtà agghiaccianti quelle che
si snodano in questo ultimo complesso capitolo, il capitolo finale, quello
della resa dei conti. Nuove perdite e nuove alleanze in un libro che pone la
parola fine ad una delle trilogie più amate di sempre.
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