Buon sabato a tutti, e buon inizio week end... quest'oggi andiamo a scoprire un nuovo classico assieme alla nostra Ross, non voglio svelarvi nulla, di quale libro ha deciso di parlarci?
I tre figli di Fedor Karamazov, un vecchio malvagio e
dissoluto, sono molto diversi tra loro. Dmitrij, detto Mitja, odia il padre
perché vuole conquistare col suo denaro Grusenka, una bella mantenuta da lui
amata. Ivan è un filosofo dell'ateismo e un raffinato intellettuale. Alesa, il
più giovane, è novizio in un convento e si trova costretto a tornare a casa per
il precipitare degli eventi. Infine un quarto figlio illegittimo è Smerdiakov,
epilettico e tenuto in casa come un servo. Il vecchio viene ucciso, è accusato
del delitto Mitja, ma Smerdakov confessa a Ivan di essere lui il colpevole, poi
si impicca. Mitja viene condannato ai lavori forzati, Ivan è colpito da una
febbre cerebrale, Alesa riprende con alcuni giovani la via della spiritualità.
Il pensiero di Ross...
Dostoevskij è uno dei miei
scrittori preferiti, e questo suo ultimo romanzo è uno dei libri più che belli
che ho mai letto. Vero è che quando si sente il pesante nome di questo autore,
senza conoscerlo, o si vede la consistenza dei suoi libri, ci si può facilmente
spaventare. Ma prima di raccontarvi in breve questa storia, come sempre
consiglio la lettura del testo. Una volta immersi tra le righe di Fedor, pian
piano si riesce a coglierne la logica dello scritto ed apprezzare autori
contemporanei diverrà un po’ più difficile.
Romanzo scritto e pubblicato
nel 1879, descrive le vicende dei quattro fratelli Karamazov e in particolare
il loro rapporto con il padre, uomo dissoluto e dal cattivo carattere. La prima
parte del libro è dedicata alla descrizione caratteriale dei personaggi, senza
la quale, come lo stesso Dostoevskij dice, non si potrebbe capire l’intreccio
che porta alle conseguenze finali.
Si apre con la descrizione
di Fedor Pavlovic, il capofamiglia, uomo volgare che sposò Adelaide, donna che
abbandonò il tetto coniugale, lasciando il marito e il piccolo figlio Dmitrij,
con le seconde nozze, si unisce, invece a Sofia da cui ha due figli: Ivàn e
Alekseij.
Vengono poi descritti: Ivàn,
uomo intelligente e sicurò di sé e il fratello Alekseij, uomo fedele e leale e
infine il fratello maggiore Dmitrij che detesta il padre. Quest’ultimo conosce
una donna nell'esercito, Katerina, che ha bisogno di un prestito per potere
aiutare suo padre; egli pensa di ingannarla, ma dopo averla invitata a casa, le
consegna una somma di denaro, lasciandola andare. Ma la donna confessa il suo
amore all'uomo e i due si fidanzano. La relazione tra i due però dura poco,
perché Dmitrij si invaghisce di Grusenka, contesa anche da suo padre che la
vorrebbe sposare.
Nella parte centrale, più
importante, del romanzo si raccontano le conversazioni teologiche tra Ivàn e
Alekseij: il primo non riesce a comprendere il perché Dio permetta delle
sofferenze ai danni dei bambini. Inoltre i due giovani affronteranno temi come
per esempio l'esistenza di Dio, la ragione e il libero arbitrio.
La narrazione prosegue con
la descrizione delle vicende di Dmitrij, il quale vorrebbe scappare via con
Grusenka, donna che il padre Fedor vorrebbe sposare. In un momento di
disperazione e di non lucidità, Dmitrij si reca presso l'abitazione del padre
armato, con l'obiettivo di ucciderlo, qualora lo avesse scoperto in compagnia
della donna amata. In preda a un raptus colpisce con il pestello il servitore
del padre, Grigorij. In seguito scopre che Grusenka è scappata con un altro
uomo, per cui pensa che l'unica soluzione al suo dramma interiore sia
uccidersi. Successivamente però Dmitrij scopre che l'uomo con cui ella è
partita la vuole solo raggirare. Egli avverte la donna e trascorre la notte con
lei, abbandonando gli intenti suicidi.
Nel corso della notte però
fa irruzione nella loro stanza la polizia che accusa Dmitrij dell'omicidio del
padre. Da questo momento il romanzo si incentra sul processo a carico del
primogenito e sull'introspezione psicologica dei personaggi, come per esempio
Ivàn che si sente il responsabile morale dell'omicidio e ha anche delle
allucinazioni. Nonostante Smerdjakov, figlio illegittimo di Fedor Pavlovic,
confessi a Ivàn di essere lui l'autore materiale dell'omicidio, poiché aveva
subìto delle umiliazioni da parte del padre, ma di esser stato proprio Ivàn,
con alcuni suoi atteggiamenti, ad averlo indotto a compiere il fatto. Il
processo si conclude con la condanna di Dmitrij ai lavori forzati, in quanto
ritenuto il responsabile dell'assassinio del padre.
Buona Lettura!J
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