Ciao a tutti, esce oggi nelle librerie e in tutti gli store on line il nuovo attesissimo romanzo di Bianca Rita Cataldi, e noi siamo qui a darvi il nostro parere su quest'opera, recensione resa possibile grazie alla copia digitale di cui mi ha omaggiata la Harper Collins, ma bando alle ciance, vi va di scoprire il mio pensiero su questo nuovo libro? che aspettate leggete la recensione e lasciate un commento!

Bianca Rita Cataldi è una
narratrice sorprendente e ci regala un meraviglioso romanzo sul potere delle
parole. Il legame di due sorelle che si prendono per mano e vanno alla scoperta
della vita, una storia di madri e di figlie e di come perdersi a volte può
farci rinascere più forti. Come un fiore che sembra appassire sotto un
temporale ma che al primo raggio di sole rinasce più colorato e luminoso di
prima.
Il rapporto tra sorella maggiore e sorella minore, si sa è sempre costellato di piccoli litigi e continui dispetti, ma in fondo il legame di sangue è qualcosa di imprescindibile, di magico, che annulla tutte le incomprensioni, ma questo Serena e Corinna non lo possono sapere, in loro scorre sì lo stesso sangue, ma solo al 50%, le due infatti sono sorellastre, nate l'una dal primo grande e spensierato amore della madre, l'altra dall'amore maturo portato col tempo, differenza palese esteticamente, l'una con capelli rosso rame, occhi color del ghiaccio e lentiggini a decorarle il viso, l'altra dai colori scuri che caratterizzavano tutte le donne della famiglia.
Tanto diverse fuori quanto diverse caratterialmente, la bruna Serena, Poochie per Corinna, estroversa, curiosa, sognatrice, la rossa Corinna chiusa, introversa, solitaria, e mentre Serena ama gironzolare in cucina e ascoltare le storie raccontate dalla Nonna e da Donna Marzia, Corinna preferisce la compagnia del suo walkman, delle cuffie sulle orecchie e il rock selvaggio nell'anima, due piccole donne, due anime troppo distanti fra di loro, fin quando una chiamata, come un fulmine a ciel sereno, squarcia la "normalità" della loro casa.
Un amico del papà di Corinna, quell'uomo da sempre avvolto in un alone di mistero, l'uomo che non veniva quasi mai nominato e del quale, quando Corinna provava a chiedere, non si sapeva quasi nulla, era passato a miglior vita, in quella notte che rimarrà indelebile nel suo cuore e sul suo cuore, il punto esatto in cui una frase di Montale suggellerà per sempre l'esatto istante in cui Corinna morì per la prima volta.
Da quella sera Corinna e la sua corazza verso il mondo intero divennero sempre più salde, fin quando una scatola di scarpe chiusa con del nastro adesivo non arrivò all'uscio di casa, ed una crepa iniziò a nascere sullo scudo, crepa in cui chi meglio di un piccolo esserino può entrarvici? Ed ecco che per la prima volta Poochie e Corinna iniziano a intessere ciò che di più simile c'è ad un rapporto tra sorelle, l'apertura della scatola le porta in un nuovo mondo, le porta verso la conoscenza di Marco, il padre di Corinna.
Ho scritto qualche riga fa che Corinna morì per la prima volta la notte in cui una telefonata la informò della morte del padre, a questa seguirono altre due morti, di cui non vi parlerò, le dovrete vivere, assimilare attraverso questa storia, narrata dalla stessa Serena la Cantastorie, qualche anno dopo, ed esattamente un anno dopo il ritrovamento di una Lettera 22 dell'Olivetti sul ciglio della strada che assieme a Dario il suo compagno, stavano percorrendo per trascorrere un pomeriggio fuori Bologna.
Era una Lettera 22, e c'era un ape che sonnecchiava sulla lettera C. La C di Corinna, pensai, mentre raccoglievo la macchina dal suo letto d'erba improvvisato.
Non so quanti di voi avevano già letto qualcosa di questa autrice, forse molti, forse ero l'unica ancora a non conoscerla, ma penso che questo scritto è un ottimo modo per indurmi a recuperare tutti i romanzi che portano il suo nome, un libro le cui pagine sono cariche di energia, di vite vissute, di legami forti, di emozioni palpabili, che inondano e scuotono il lettore.
Un libro quasi interamente al femminile, da cui emerge non solo la forza delle donne di risollevarsi sempre, ma anche e soprattutto la tradizione, il rispetto per la famiglia; io non sono mai stata a Bologna ma se dovessi andare sentirei gli odori, coglierei le sfumature, sospirerei mentre fumando una sigaretta sulla griglia risalente alla Seconda Guerra Mondiale, ricorderei il primo incontro tra Corinna e Bruno, e con occhi sognanti ricorderei il bar in cui nel bel mezzo di una manifestazione studentesca Marco e la loro madre si rintanarono per stare lontani dal caos.... tutto questo grazie alle descrizioni che Bianca Rita Cataldi ha deciso di condividere. Grazie per questa bellissima storia.
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