16 febbraio 2016

Intervista a Lucrezia Scali

Buon martedì, anche oggi conosciamo un'autrice giovanissima e che ha fatto tanto discutere di sé, poco tempo fa recensii il suo romanzo, un libro che rimane dentro... sto parlando dell'autrice di "Te lo dico sottovoce".






  • Ciao bella e grazie per averci dedicato un po' del tuo tempo,ma iniziamo subito, chi è Lucrezia Scali?
Grazie a te e un saluto a tutti i lettori del tuo blog. Questa è la domanda che temo sempre di più perché non so mai da dove iniziare. Mi chiamo Lucrezia, 29 anni, vivo a Torino da più di quattro anni con il mio compagno e Bubu, il nostro cane. Studi da veterinaria, amo gli animali, leggere, scrivere e larte in tutte le sue forme. Sono un bradipo fin dalla nascita, poco sportiva, pigra e mi annoio facilmente, per questo sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli.

  • Come è nata l'idea di scrivere questa bellissima storia? 
È nata per caso, in un pomeriggio di pioggia e in compagnia del mio cane. Avevo un block notes in mano, pronta a buttare giù qualche idea per il blog, e la storia si è proprio materializzata nella mia testa. Non potevo non assecondarla.

  • Bubu, protagonista indiscusso, io so che Bubu fa realmente parte della tua vita, quanto ha contato averlo accanto in questa avventura, e come ha partecipato nella stesura del romanzo?
Lui è stato determinante, è la mia fonte di ispirazione. Durante la stesura mi veniva facile parlare di lui, descriverlo e raccontare un po' dell'amore che ci lega. Forse sarà strano per la maggior parte delle persone, ma io so quanto aiuto mi ha dato per questo romanzo.
  • Nel romanzo incontriamo Mia che con la sua tenacia dà vita ad un progetto di pet therapy, ti vedi nel prossimo futuro impegnata in questa attività?
Non lo so, però vorrei dirti di sì. Diciamo che la pet therapy ha un significato più ampio, anche i nostri animali, in qualche modo, svolgono questa terapia senza che noi ce ne rendiamo conto. Mi ero informata qualche tempo fa per un corso e credo che ne approfitterò appena avrò un momento più calmo.
  • Un altro elemento principe nel tuo romanzo, oltre all'amore per gli animali, alla passione che mette nel lavoro, è l'amore quello reale, passionale, quell'amore che ha segnato il passato di Mia, amori finiti, amori nuovi e nuove emozioni....
Te lo dico sottovoce è un romanzo che nasce per parlare di amore, ma è qualcosa di più universale. Non è un amore che si limita a due persone, ma abbraccia ogni sfera della vita. Lamore per gli animali, per il lavoro, per gli amici, la famiglia, le passioni e per un uomo in questo ultimo caso Mia si troverà tra due fuochi e dovrà guardarsi dentro per capire cosa fare.
  • Diego ed Alberto, due uomini diversi, ma che Mia ama allo "stesso" modo, cosa rappresentano l'uno e l'altro nella vita di Mia?
Alberto è un medico, abituato a occuparsi e salvare le vite dei suo pazienti. È il classico gentiluomo, con solidi principi morali, romantico, educato e benestante. Diego rappresenta la parte irrazionale, è un poliziotto, è presuntuoso, donnaiolo e troppo sicuro di sé. Esattamente due opposti.
  • Mia ha però un rapporto un po' particolare con la sua famiglia, quelle persone che da sempre hanno criticato le sue scelte, con la quale ci si incontra solo per la cena del venerdì. Ecco, come mai hai deciso di inserire questa situazione, non sarebbe stato più semplice descrivere una famiglia perfetta, senza problema alcuno?
Perché esistono le famiglie perfette? Io non credo alla perfezione e non credo alle persone con una bella facciata e dalle vite immacolate. Ognuno di noi ha degli scheletri dellarmadio, commette degli errori e la pensa diversamente. Ammetto di aver caricato molto la famiglia per metterla in contrasto con il personaggio di Mia, proprio per far emergere le differenze.
  • I nonni, il punto cardine nella vita di Mia, quelle figure che hanno sempre visto in lei "una forza della natura", è stato così anche nella realtà?
In realtà è una domanda molto delicata che mi porta a scoperchiare una parte troppo intima del mio passato e della mia vita. Posso dirti che ho perso la nonna paterna 9 anni fa in modo improvviso, e ha lasciato un grande vuoto.
  • Quanto di te c'è in Mia e nell'intero romanzo.
Io e Mia condividiamo gli studi, lamore per i nonni, per gli animali, la passione per la lettura, lamicizia e il desiderio di trovare il lato buono in ogni cosa. Però lei è un personaggio più forte, più concentrato a raggiungere i suoi obiettivi e fregandosene degli ostacoli e delle persone con la battuta pronta. Spero di prendere esempio da lei e di migliorarmi.

"Non serrare il tuo cuore, ascolta sempre gli altri e concedi loro una seconda possibilità", diceva mia nonna quando rientravo a casa afflitta da una delusione. "A volte gli occhi mentono e vogliono vedere solo quello che si impongono".
  • Ho amato questa frase, mi ha accompagnata per tutta la lettura ed anche oltre, a chi diresti queste parole?
A tutte quelle persone che si buttano giù dopo una delusione, che si fermano alle apparenze e rimangono ferme sulle proprie convinzioni. Nessuno è perfetto e a volte possiamo essere noi quelli sbagliati.
  • Domandona finale: Progetti per il futuro?
Di progetti ce ne sono tanti e non per forza legati alla scrittura. Non so dove sarò e chi sarò tra qualche anno, però mi auguro di poter essere soddisfatta e felice.

Sei stata gentilissima, spero di leggere presto un altro tuo romanzo! Ancora grazie!

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