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4 maggio 2018

Io sono Mia di Max Giovagnoli [Recensione]


Un romanzo che arriva dritto al cuore

C'è bisogno di coraggio per essere fragili

Mia ha diciotto anni e una brutta cicatrice sul viso. La mattina va a scuola e di sera costruisce scenografie per il Teatro dell’Opera di Roma. Vive a MU, una casa famiglia che somiglia a un sommergibile, ed è abituata a cavarsela da sola. Da sempre. Con le mani riesce a plasmare tutto quello che vuole. Con le compagne e i ragazzi, invece, è una frana. In classe la chiamano “Non” e tutti sanno che non bisogna toccarla… Andrea è stata per anni una delle più spregiudicate produttrici cinematografiche europee. Nessuno ha mai potuto mettersi tra lei e il successo, nemmeno sua figlia. Finché un giorno, un brutto incidente ferma la sua corsa. Le strade di Mia e Andrea si incrociano di nuovo, in modo del tutto inaspettato, in un viaggio che per entrambe è una fuga. Dalla Roma dei Fori imperiali e delle torri di periferia fino alle aurore boreali e ai vulcani addormentati di un piccolo arcipelago al largo dell’Islanda, Mia e Andrea si trovano a vivere – senza volerlo – l’avventura più importante della propria vita. Dopo tanto tempo, finalmente insieme.

La storia di una madre e una figlia, implacabili e fragili, alla ricerca di un riscatto: disposte a tutto, perché non hanno nulla da perdere.


«La lingua di Giovagnoli è perfetta, insegue se stessa, tentenna intorno alle titubanze dei personaggi, colpisce e si sporca di sangue, coccola, culla e sospira.»
Chiara Valerio - Nuovi Argomenti

«Un misto di suspense e poesia attraversa questo romanzo.»
Il Corriere della sera

«Avventurosa e intima, la storia affascina tra spruzzate d’onde di un’isola nebbiosa e la luce di una Roma studentesca schizzata di murales.»
Il Messaggero

«Quello di Giovagnoli è un romanzo che cela in sé una telecamera nascosta e filma gli attori dall’interno per inchiodare su carta le ragioni delle loro scelte.»
la Repubblica


Io sono Mia racconta tre storie, ciascuna narrata in prima persona dallo stesso protagonista... Mia, una giovane donna che frequenta il Bernini, è lì che esprime tutta se stessa, l'arte la sua passione; Andrea, la mamma di Mia, una donna dedita alla mondanità, il successo e la carriera a tutti i costi, il fine per lei giustifica i mezzi, e giustifica anche l'aver abbandonato la figlia; Thorir e Kolbeinn due pescatori di frodo islandesi. 

E' semplice capire il legame narrativo tra Mia e Andrea Gigante, ma i pescatori Islandesi? beh, tutto ha un suo perchè, ma iniziamo dal principio, come vi dicevo la diva Andrea Gigante è abituata al piccolo e al grande schermo, ama stare sempre al centro dell'attenzione e lo è anche in quello strano letto, il letto d'ospedale in cui è stata trasportata a seguito d un incidente in moto, anche lì è riconosciuta da molti, ma lei sa che non è quello il suo posto, accetta le cure e pensa di poter lasciare l'ospedale, prima che il dottore le riferisca che il problema è ben più radicato, il problema è il suo cuore che non regge più i suoi ritmi sfrenati, solo un'operazione può salvarla, un'operazione molto costosa che non può neanche permettersi, ma questo i medici non lo sanno così come non lo sa Mia, quest'ultima sa solo che l'assegno di mantenimento è da qualche mese che non le viene erogato, sa che quella donna che dovrebbe aiutarla, starle accanto, supportarla, è sparita da molti, troppi anni, una ferita ormai cicatrizzata, come quella cicatrice che le segna il volto e  che non sa neppure perchè è lì.

Mia ci vive da sempre con quello strano segno sul volto, ci è quasi abituata, se non fosse per gli sguardi che le rivolgono le persone che non la conoscono, un segno che non sa spiegare, un segno che racconta una storia... 

Ed ora veniamo ai pescatori islandesi, la caccia notturna alla balena la loro attività di sostentamento, un'amicizia che dura da anni, un'amicizia forse non del tutto leale, un rapporto che nasconde una truce realtà, un segreto che logora l'anima e  che spingerà uno dei due ad un atto quasi estremo.

Io sono Mia è un romanzo diviso in quattro parti, ciascuna delle quali ricorda un elemento: Acqua, Aria, Terra e Fuoco, ciascuna parte legata indissolubilmente all'altra, un romanzo che non permette al lettore di prendersi del tempo per riflettere su quanto appena letto, ma lo trascina nella storia, rendendolo protagonista di ogni sensazione, che sia amore, crudeltà, pena, indignazione, persino rabbia, il lettore vivrà il tutto sulla sua stessa pelle, perchè Giovagnoli riesce a far indossare a chi legge gli occhiali per la realtà alterata.

Vi lascio alla visione del bellissimo booktrailer e ringrazio la CE per avermi concesso di perdermi tra queste splendide (e a volte crude) pagine. 

  



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