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2 febbraio 2015

Io & Dewey di Vicki Myron (Recensione)

Titolo: Io & Dewey
Pagine: 279
Autore: Vicki Myron, Bret Witter
Editore: Sperling & Kupfer
Data uscita: 22 - 09 - 2008

Come può un gattino abbandonato cambiare (in meglio) la vita di un piccolo paese e diventare famoso ovunque? La risposta a questa domanda è contenuta nella deliziosa storia di Dewey, l'adorabile gatto della biblioteca di Spencer, nell'Iowa.

La vicenda di Dewey comincia nel peggiore dei modi. Nato da poche settimane, viene lasciato, durante la più fredda notte dell'inverno, nella cassetta di restituzione della biblioteca. Lo trova mezzo congelato, la mattina dopo, Vicki Myron, la direttrice, che subito si prende cura di lui. Fin dal primo momento Dewey, con i suoi modi affettuosi, conquista il cuore della donna, dello staff e di tutti coloro che lo incontrano.

Per diciannove anni, la biblioteca sarà la sua casa e il bel micione rosso continuerà ad affascinare la gente di Spencer con la sua simpatia, il suo calore, e soprattutto con il suo sesto senso nel riconoscere chi ha più bisogno di lui.

Perfino gli scorbutici e i sospettosi cominceranno a cedere alla sua allegria. E giorno dopo giorno, facendo le acrobazie sui lampadari e fra gli scaffali pieni di libri, accucciandosi sulle ginocchia di chi è triste, o mettendosi in pose da divo per le foto con i nuovi amici, la sua serenità scalderà le vite di tutti quanti. Dewey finirà per compiere un vero piccolo miracolo: rendere le persone migliori. Sarà il suo modo per ringraziare chi gli ha salvato la vita. La sua storia ha conquistato gli editori di tutto il mondo.



Non avevo mai sentito parlare di questo libro, sono abituata a vedere negli scaffali delle librerie, testi che parlano del rapporto cane - uomo, fin quando un'amica, conoscendo il mio amore per il genere animale e soprattutto quello che mi lega ai gatti decise di prestarmelo.

L'ho letto in circa tre giorni, ho iniziato a leggerlo sapendo che mi sarebbe piaciuto, ma non pensando che  mi avrebbe lasciato tutte quelle emozioni.

Dewey, un gatto che ha conquistato il posto d'onore nella biblioteca di Spencer e non solo, si è aggiudicato il podio in tutti i cuori di coloro che hanno letto il libro. Non consiglio questo libro a coloro che amano i gatti (come me!)ma a chi, per una qualsiasi ragione, ancora si ostina a pensare che il gatto è legato alla mano che gli dà il cibo e non concede amore... be' vi assicuro, vi sbagliate....

Voglio condividere con voi questo aneddoto: io ho avuto tre gattine in casa, la matriarca la portai a casa io in una sera in cui la pioggia sembrava non voler smettere di venir giù... crebbe, diede alla luce due micette che tenemmo ovviamente, fin quando fummo costrette a regalare la mia adorata Petta (il vero nome era Lupetta, ma era troppo lungo)... io c rimasi malissimo, evitai d andare anche a scuola quel giorno... così con la seconda cucciolata decidemmo di tenere un'altra gattina,bellissima, a pelo lungo che chiamammo Birba, (nome azzeccatissimo visto le "monellerie" che era capace di fare). Purtroppo un brutto tumore ce la portò via... rimasero solo Mimì (La mia adorata Mimì, la matriarca) e Titina (alla quale mi affezionai in modo morboso solo successivamente). Mimì morì a 12 anni (ha fatto l'anniversario di morte proprio ieri) anche lei stroncata da un tumore, sorte che toccò anche alla figlia Titina circa un anno dopo (22 Gennaio 2013).

Bene, ho scritto tutto questo preambolo per dirvi che ci rendemmo conto di non riuscire a vivere senza un gatto in casa, continuavamo a vivere in funzione  di quelle amiche che non c'erano più. Due gatte partorirono dei meravigliosi cuccioli (coincidenza? chissà!!!) una ne mise alla luce 3... due maschietti e una femminuccia l'altra quattro che però (forse perchè era il prima parto) lasciò morire, tranne uno che feci adottare dall'altra mamma, i micini crebbero due  li regalammo ad amici, sapendo che avrebbero dato loro tanto amore mentre un maschietto (il meno esigente della cucciolata) lo presi io, lo chiamai Romeo dl primo istante in cui lo vidi... sapevo che era il mio gatto, fu amore a prima vista... e poi decidemmo di onorare la nostra famiglia anche con il piccolo adottato dalla mamma gatta... e lo chiamammo Birillo...

L'altra sera, stavo leggendo le ultime pagine di questo libro, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso senza che io me ne accorgessi, lacrime che ben presto si trasformarono in singhiozzi, la mia mente stava ripercorrendo il passato con la mia Mimì, con Titina.... Non v elencherò nessun aneddoto, alcune cose perdono il senso se vengono scritte...

Io ero seduta dinanzi al focolare, ed accanto a me, sulla sua sedia preferita, il mio Romeo dormiva un sonno talmente profonde che d tanto in tanto muoveva le zampette e faceva delle smorfie con il musetto, stava sognando. Ma mentre io piangevo lui si svegliò di scatto, si alzò fino alla mia spalla  emise un miagolio come per chiedermi cosa mi stesse succedendo e si avvicinò al mio naso  lì dove stava scendendo una lacrima... ecco questo è quello che racconta questo libro, quello che un semplice gatto, salvato da morte certa (nel caso di Dewey), può fare...

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